Lasciar essere. Accettare per cambiare.
Lascia che sia.
Un principio che ci può aiutare quando ci troviamo davanti situazioni che non possiamo cambiare in poche, semplici mosse.
Lasciar essere le cose esattamente come sono.
Accettarle.
A un primo sguardo, è forse la cosa più difficile da fare per noi uomini del 2023. Siamo abituati al controllo e poco abituati a gestire la frustrazione e il differimento dei nostri bisogni. E i cambiamenti che non avevamo pianificato.
Se ascolto i discorsi che sento per strada, tra la gente, nel 90% dei casi il loro contenuto è legato ad un giudizio verso qualcosa che non si approva.
Nel nostro quotidiano, in come vengono gestite da altri le realtà che ci circondano, in fatti che accadono su scala nazionale, o mondiale. In cambiamenti per i quali non ci si sentiva pronti.
Spesso ciò che non si approva è qualcosa che non si può cambiare, almeno non nell’immediato. O se è qualcosa che si potrebbe cambiare, c’è una totale inconsapevolezza del proprio potere di farlo, o di come fare. Quindi, un grande quantitativo di energia viene sintonizzato sugli accordi della rabbia e viene focalizzato su aspetti irritanti o spiacevoli della realtà, senza raggiungere alla fine nessuno scopo. Oltre a non modificare la realtà, infatti, non fa neppure stare meglio. Si, perché, come accade per la paura, focalizzare per troppo tempo il proprio pensiero su un aspetto della realtà che genera vissuti spiacevoli finisce per abbassare la qualità di vita, l’energia, la motivazione e l’entusiasmo.
La potenza degli errori e del dolore
Se pensiamo all’uomo, egli ha solo un modo per imparare a fare scelte orientate al benessere proprio e degli altri. Provare, prendere una strada che funziona oppure che non funziona, sperimentare una forma di benessere o malessere a seconda di ciò che accade, infine orientare le proprie scelte future sulla base dell’esperienza fatta.
Quindi, passare dall’errore aiuta a trovare la strada.
Passare dal malessere aiuta a capire su cosa costruire il benessere.
Passare dal buio aiuta a riconoscere e a cercare la luce.
Il dolore serve, affina l’animo e crea spazio. Passare dall’errore e dall’insoddisfazione rende consapevoli, crea esperienza, fa crescere.
E poi tutto passa, e cambia ad una velocità superiore a quella che riteniamo possibile.
Dieci pillole per vivere meglio. Per cambiare accettando.
Sbagliare con gioia.
Se io potessi scrivere un decalogo, in base a tutte le storie di vita e di cambiamento a cui ho assistito finora, per aiutare l’umanità a stare meglio, scriverei:
- Non temiamo l’errore, invece festeggiamolo, in quanto unica occasione di apprendimento. Coloriamo gli errori sui quaderni dei bambini con i colori dell’arcobaleno, invece che con grandi croci o linee rosse. Quando sbagliamo, sentiamo, accanto al dispiacere, la gioia di avere imparato dalla vita qualcosa di nuovo e prezioso.
- Non pensiamo che ciò che non ci piace sia sbagliato: spesso scelte sbagliate, profondo malessere, inquietudine, senso di vuoto o di mancanza sono mattonelle fondamentali del percorso che ci porta a focalizzare cosa vogliamo, cosa ci fa stare bene, e a realizzarlo.
- Spesso le cose che accadono, esattamente nella sequenza in cui accadono, hanno un senso, uno scopo, che possiamo comprendere a volte solo molto tempo dopo.
Le difficoltà allenano la resilienza.
- I periodi di profondo malessere sono quelli che ci cambiano di più, dai quali possiamo acquisire più competenze. In futuro ci permetteranno di accedere a un livello di benessere più profondo.
- Gli ostacoli ci permettono di costruire o allenare alcune skills specifiche che ci serviranno in moltissimi ambiti di vita e situazioni.
La flessibilità vince. Il cambiamento è vita.
- Nei periodi e nelle situazioni più difficili la rigidità aumenta il malessere percepito, mentre la flessibilità, la capacità di accettare e lasciare andare, permettono di passare oltre la difficoltà in minore tempo. Se ci pensiamo, un treno che si schianta contro un muro lo frantuma in tanti pezzi, un treno che incontra un lenzuolo di stoffa lo sposta e, dopo il passaggio, permette al lenzuolo di tornare esattamente com’era, con danni molto più limitati.
Meno colpa e controllo, spazio alla fiducia.
- Se pensiamo che niente accade per arrecarci un danno, ma tutto arriva per insegnarci qualcosa, per renderci più forti, equilibrati, consapevoli, sentiamo più fiducia nel mondo e nella vita, e ci possiamo davvero rilassare, abbandonando l’allerta e il bisogno di controllo.
- Il controllo che possiamo esercitare sulla vita è davvero limitato a pochi aspetti piuttosto concreti. Se accettiamo di non avere bisogno di controllare ogni cosa, e ci limitiamo a fare ciò che riusciamo con le competenze che abbiamo in ogni momento, possiamo risparmiare tantissima energia mentale e fisica.
- Molte persone temono di sentirsi in colpa se avranno difficoltà a causa di loro comportamenti scorretti, e si danno l’obiettivo di fare sempre la cosa giusta. Non ci si rende conto che tale obiettivo è molto al di fuori delle possibilità umane, e spesso la cosa giusta è quella che in ogni momento ci suggerisce il nostro istinto. Anche se ci condurrà ad affrontare delle situazioni difficili: se arrivano, è perché servivano.
Siamo ciò che sentiamo.
- Il nostro atteggiamento emotivo e mentale crea la nostra esperienza, e può cambiarne radicalmente la qualità, anche se ciò che ci circonda rimane invariato.
Cambiare..accettare…come fare?
Dette tutte queste cose, la conclusione è che l’unica cosa che possiamo fare davanti a ciò che ci fa stare male è focalizzare azioni semplici e concrete che possono portarci nella direzione che desideriamo, un piccolo passo alla volta. E investire in esse la nostra energia. Concentrarci sui passi possibili. E poi fermarci a guardare, come fa l’arciere dopo aver scoccato la sua freccia nella direzione che ha scelto. Accettando tutto quello che accade da quel momento in poi. Con la consapevolezza che tutto ciò che succede alla freccia dal momento in cui la lanciamo è soggetto a mille forze che non è in nostro potere controllare, né dirigere.