Senza entusiasmo, i nostri colori si stanno spegnendo.
La nostra società sta inconsapevolmente andando verso uno stile di vita che vede le persone abituate a vivere con poco entusiasmo. E’ urgente comprendere come salvarsi. Per stare bene, infatti, abbiamo bisogno di dosi di entusiasmo sufficienti a compensare la fatica. Di un bilancio tra energie in entrata ed energie in uscita che non sia costantemente in perdita.
Ascoltando i discorsi delle persone che mi circondano, sto notando sempre di più quanto sia difficile sentire, nella vita quotidiana e senza andare a ricercare contesti particolari, parole cariche di entusiasmo, di passione, di coinvolgimento di forti energie creative.
Tanti discorsi sono sintonizzati sulle frequenze della lamentela, del disagio, delle problematiche, del malcontento, della noia. Della critica, dell’insoddisfazione. Della paura.
Vibrano per le strade tinte spente, un pò cupe a tratti.
Perchè l’entusiasmo sta diventando una merce così
rara?
Entusiasmo, gioia, magia, stupore stanno diventando rare da trovare e la sensazione è che non sia un percorso consapevole, una scelta fatta con coscienza, ma che proprio a causa della mancanza di attenzione, della distrazione, della mancanza di presenza nel qui-e-ora, stia accadendo questo abbassamento generale dela qualità di vita senza che molti se ne stiano rendendo conto.
Dovere e piacere: anmetterli in equilibrio per salvarci dalla mancanza di entusiasmo.
Una parte di questo scarso entusiasmo credo risieda nell’abitudine di inserire sistematicamente ciò che ci dà piacere ad un livello medio o basso della nostra scala di priorità.
“Prima il dovere, poi il piacere” è stato un insegnamento, un valore trasmesso dai genitori ai figli, dagli insegnanti e allenatori sportivi agli allievi delle generazioni del secolo scorso, che, seppur con l’intento di prepararli ad una vita equilibrata, ha ottenuto invece l’effetto di generare grandi squilibri interiori.
Ogni quota di dovere va riequilibrata da una dose paragonabile di piacere, per avere equilibrio energetico.
E l’equilibrio energetico è la base su cui si fondano il benessere fisico e psico-emotivo.
Senza tale equilibrio, emergono nel tempo, inevitabilmente, emozioni faticose e malesseri fisici.
Se ulteriormente trascurati, poi, questi squilibri si evolvono in veri e propri sintomi strutturati di malessere psicologico, quali attacchi di panico, esplosioni di rabbia, sentimenti depressivi, e in malattie fisiche e dolori, acuti o cronici.
Noto dai racconti che mi arrivano che la cronicizzazione dei disturbi fisici sta raggiungendo un picco di incidenza mai visto in precedenza.
Ci si illude di poter resistere in stili di vita al limite delle nostre possibilità, in cui le giornate sono piene di cose da fare, tante delle quali non le abbiamo scelte ma sono la conseguenza di qualcosa, e i sensi di colpa appresi ci impediscono di mettere dei limiti e dei confini alle richieste che ci vengono dal mondo circostante.
Anche il denaro sembra non bastare mai, poichè ci vengono indotti dal marketing industriale bisogni che in realtà non danno valore aggiunto alle nostre vite, ma coltivano illusioni. Un paio di scarpe in più non colmeranno a lungo la nostra frustrazione, o insoddisfazione. Non ci daranno sicurezza. Ce lo fanno credere, per venderne di più. E questo meccanismo fa sì che il lavoro e la preoccupazione per il denaro occupino molto spazio nelle nostre vite, togliendolo alla possibilità di goderci davvero il presente, nella sua semplicità.
Investire in mondi inesistenti: tra overarousal e spreco di energie.
Un’altro fenomeno che ci sta completamente disallineando dai nostri bisogni più profondi è lo spazio che sta guadagnando quello che si può definire il “mondo degli schermi”.
L’abitudine di trascorrere molte ore davanti a tv, videogiochi, o navigando in Internet sposta per troppo tempo l’attenzione e convoglia troppe energie lontano dall’unico luogo in cui possiamo agire, scegliere, evolverci, crescere, modificare il nostro equilibrio di vita: il nostro presente.
Ci abituiamo ad una stimolazione veloce, ad emozioni rapide e intense. E ci disabituiamo alla lentezza e ai toni delicati con cui la nostra anima comunica con noi, per aiutarci a focalizzare i nostri bisogni.
Investiamo tempo, energie ed attenzione in mondi che non esistono, e restiamo privi delle forze necessarie per agire sul nostro presente, ottenendo spesso di rimanere fermi, e insoddisfatti.
Diventa così faticoso risvegliare l’entusiasmo e la curiosità per ciò che davvero può riempire le nostre vite.
Una società senza entusiasmo: come salvarsi.

Perchè salvarsi.
Partiamo dal perchè dobbiamo occuparci del nostro entusiasmo: senza riequilibrare le nostre vite, non possiamo avere benessere fisico, non possiamo essere buoni modelli per i nostri figli se siamo genitori, non abbiamo neppure spazio ed energie sufficienti per occuparci di chi ci sta intorno. Se entusiasmo e passione non equilibrano le forze spese per occuparci dei nostri doveri, iniziamo a sentirci insoddisfatti, arrabbiati, apatici e demotivati. Se non rimediamo, compaiono sintomi fisici e sintomi emotivi legati al senso di costrizione, di insoddisfazione e mancanza di speranza. Le nostre vite si bloccano, si genera un circuito vizioso di malessere e insoddisfazione che interessa anche chi ci sta intorno, o chi vive con noi.
Come farlo.
Per iniziare a stare meglio, dobbiamo inseguire quella che io chiamo una “scintilla”. Qualcosa che facciamo volentieri, che ci piace, che ci interessa. E che sia nel mondo reale, che non abbia a che fare con lo schermo. I libri sono concessi, perchè, pur costruendo mondi immaginari, attivano il nostro sistema nervoso in modo funzionale e mobilitano le nostre risorse, anzichè assopirle.
Dobbiamo poi lavorare su noi stessi per arrivare a modificare consapevolmente la nostra scala di valori, inserendo il “dedicarci a ciò che genera una scintilla” tra leprime posizioni della classifica, perchè ne abbiamo bisogno, perchè ce lo meritiamo. Perchè senza, o con troppo poco piacere, non funzioniamo bene. rischiamo di spegnerci e di non realizzarci. Di non scoprire chi siamo. E di non poter arrivare ad amare chi abbiamo intorno in modo stabile, perchè per dare amore bisogna essere contenitori pieni, e non vuoti.
Tanto dovere, quanto piacere. Ogni giorno. O, laddove non sia logisticamente possibile riequilibrarci giornalmente, poichè stiamo affrontando un periodo con esigenze particolari, dobbiamo organizzarci per recuperare, un pò come si fa con le vacanze dopo la maturità, o con il viaggio dopo la tesi di laurea.
Una buona strategia per non perdersi potrebbe essere prendere un foglio e dividerlo in due colonne; a sinistra scriviamo tutte le voci che ci chiedono energia “in uscita” (es. commissioni, alcune mansioni al lavoro, alcune relazioni, faccende domestiche, …), a destra le voci che ci donano energia in entrata (es. alcune relazioni, momenti di svago, hobbies, movimento fisico, gite, viaggi, libri, il tempo per un bagno caldo, …). E teniamo sott’occhio il bilancio: il nostro stato di salute, presente e soprattutto futuro, dipende dall’esito del confronto tra queste due colonne.
Sempre. Senza eccezioni.